Doni alla SS. Annunziata e per la canonizzazione San Filippo Benizi (1671)

Il dono di un oggetto prezioso a chi si vuol bene è un uso tenace che si tramanda con le generazioni. È stato praticato, ad esempio, dalle famiglie di non molto tempo fa quando, in occasione del battesimo di un neonato, regalavano al piccolo braccialetti, catenine e ninnoli d’oro per far festa e per assicurare un ‘mattoncino’ di valore nella metaforica casa del suo futuro.
Il dono di valore è stato anche un uso di aggregazioni più grandi. Lungo il corso dei secoli i devoti della SS. Annunziata di Firenze presentarono al suo altare denaro, gioielli, argenti e opere d’arte per dimostrare affetto sacro e similmente per costituire al santuario uno ‘spendibile’ tesoretto.
Varie note di manoscritti ne testimoniano la diffusione ...

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Correvano i primi anni settanta del seicento e padre Simeone M. Ridolfi fiorentino (1624-1694) era il sagrestano del banco della cappella della Madonna. Dietro a questo sconosciuto manufatto, svolgeva un incarico simile a quello di un custode-portinaio che vendeva candele e maneggiava denaro e oggetti preziosi.
Niente di eccezionale. Solo, che stando sempre al banco, il sagrestano, da buon religioso, si confrontava giornalmente con la moltitudine dei visitatori devoti che erano, per sintetizzare, gente di casa o forestieri. Doveva trarre anche delle sue conclusioni sugli usi del secolo, ovvero capire il fatto che i fiorentini allora erano i più pronti nel donare perché lieti di vivere in una capitale popolosa (di circa 70.000 abitanti) e celebre, con un’economia prospera e la cui topografia, assieme alle aspirazioni, non era cambiata molto dal bel secolo precedente.
Il gruppo di tali fedeli infatti doveva anche ricordare i trionfi cittadini passati, gioire delle bellezze rimaste a ornare i quartieri e le chiese e, per un punto di onore, si era impegnato a raccogliere l’eredità degli avi continuando a finanziare l’oreficeria, la pittura, la scultura o la musica in citttà e al santuario. Non era strutturato però in un’associazione stabile ma aveva formato, per così dire, un insieme ideale trasversale rispetto alla nobiltà di nascita o al censo.
Capiva, il nostro padre Simeone, di farne parte essendo un religioso fornito dell’evangelica buona volontà, e per questo, oltre alle pubbliche relazioni, si distingueva dagli altri addetti perché pensava (giustamente) che fosse importante, per il valore intrinseco e per chi sarebbe venuto dopo di lui, conservare la memoria dei tanti doni e offerte ricevuti. Aveva quindi preso un modesto quaderno e vi aveva scritto tutto ciò che gli stava passando per le mani dietro al banco, oltre a entrate e spese di vario genere.
Era poi accaduto un fatto che aveva avuto gran risonanza ed era stato motivo di conforto per i religiosi dell’Annunziata e i cittadini. Il 12 aprile 1671, il pontificato di Clemente X Altieri († 1676) aveva canonizzato il fiorentino Servo di Maria Filippo Benizi († 1285). Era stata una ‘vittoria’: papa Clemente, concedendo il desiderato culto pubblico, aveva autorizzato i frati a celebrarne le liturgie, a esporre sue immagini, a benedire i bambini, a venerare le reliquie, eccetera, ovvero aveva approvato tutte quelle devozioni ai santi uomini e donne non ancora canonizzati praticate di fatto per secoli ma proibite dopo la lettera apostolica Coelestis Hierusalem di Urbano VIII (1634).
La soddisfazione pertanto era stata grande, tanto che nel 1672 il padre maestro Prospero M. Bernardi stampò gli Applausi di Firenze per la Canonizzazione di S. Filippo Benizi, propagatore dell’ Ordine de’ Servi di Maria Vergine ... Nel libro, anche guardando solo al titolo, si avverte come le feste per l’evento non fossero state solo di dovere e che, anzi, si sentisse con esso ravvivata la speranza di tempi nuovi e di un ingrandimento dell’Ordine dopo anni per nulla generosi (v. ad esempio, oltre alla sopra citata lettera apostolica, la soppressione dei piccoli conventi del 1651).
Dietro la canonizzazione si poteva individuare anche la presenza amichevole di tanti privati il cui nome padre Simeone, con la sua scrittura grande, raccolse nel quaderno. Si trattava di personaggi della nobiltà, spesso incaricati di presiedere pubbliche magistrature (due cose allora indivisibili), e di gente modesta o anonima.
Questa la trascrizione di alcune pagine.

“Limosine et offerte fatte a me fra Simeone Ridolfi da persone divote per la canonizzazione e festa del nostro propagatore San Filippo Benizi fiorentino V generale. Altre limosine diverse come qui sotto fedelmente.
Limosine per far sei rame di fiori di seta che bisognò impiegargli in altro con ordine del p. m. Angelico priore [Marzocchi, 1670-1671].
Luglio 1670. Io fra Simeone Ridolfi sagrestano al banco volsi fare la colletta per detti fiori; feci di limosina lire quaranta due lire 42.
L’Illustrissimo signor abate Capponi portò il suo cameriere lire 6.
L’illustrissimo signor canonico Ipolito Gherardesca lire 5.13.4 [Antonio di Ippolito detto Ippolito, 1625-1684].
L’illustrissimo signor marchese Ottavio Pucci lire 2.16.8.
Il signor Leonardo Tempi cioè Buonarroti lire 7 [Leonardo Buonarroti, 1602-1684]
Il signor Ottavio Pavolsanti e Andrea fratelli lire 6.13.4.
Il signor Giulio Pissi lire 2.
La signora Pazienza Archilei lire 9.
La signora Maria Maddalena Rosselli lire 2.16.8 [in Solari, fece testamento del 1698]. Totale lire 42.0.0.

Limosine per la canonizzazione del beato Filippo Benizii nostro, fiorentino e propagatore, febbraio 1671 a Nativitate, fu lire e soldi 69.3.4.
Madonna Piera del Riccio lire 1.6.8.
Lisabetta del Minga lire 1.6.8.
Maddalena Palmieri lire 2.16.8.
Zanobia Benvenuti lire 10.
Ginevera Berti lire 2. 16.8.
Bartolomea Monciatti lire -.10. Alessandra serva de’ signori Pandolfini lire 2.
Caterina dal tiratoio degli Angeli lire 2 [via degli Alfani].
Il maestro di casa del signor prior Squarcia lire -. 13.4.
Maddalena Tonini lire 2.
Una signora particolare lire 4.
L’illustrissima signora marchesa Cassandra Giugni lire 11.6.8.
Giovanni Evangelista Ricciaiuti lire 7.
Piero e Maddalena sua moglie Mungai lire 1.6.8.
Signora Maria Maddalena Rosselli lire 7.
Francesca Camugnai e Giovanni pannaiolo lire 2.6.8.
Antonia Fiamminghi lire -.10.
L’illustrissimo signor canonico Ipolito Gherardesca lire 5.13.4.
Persone diverse tanto fiorentini come forestieri lire 14.
[...]
Limosine per la festa di San Filippo agosto 1671.
Il signor Andrea et Ottavio Pavolsanti fratelli lire 4.6.8.
Signor Luigi Ridolfi lire 1.8.4.
Signore Giulio Pissi lire 2.
Signor Benedetto Nobili, Lionardo Buonarroti e balì Cambi lire 10.10.

Entrata per i sei rami di seta numero sei.
Dall’illustrissimo signor Filippo Franceschi a c. 43 lire 70.
Per la canonizzazione del beato Filippo a c. 47.48 lire 69.3.4.
Per i fiori, messi detti denari nell’indoratura a c. 13 per indorare l’occhio della chiesa lire 42.
Per la festa di San Filippo in questo a c. 48 lire 18.5.
Per far inargentare i gigli di latta e per imbrunire i sei gigli di argento e per far altre spese conforme il denaro che si farà di limosine come qui sotto; il tutto per la festa della SS. Nonziata 25 marzo 1672 e prima:

Signor Iacinto del Vigna lire 7.
Il priore di Candeli diede lire 1.8.4 in tutto lire 8.8.4.
Signor Anichini lire 14.4
Ottavio Paolsanti lire 2.13.4.
Pier Antonio Pasquini e Francesco suo figliolo lire 4.
Signor Benedetto Nobili lire 1.
Un pistoiese lire 7 [totale] lire 8.
Signora Pazienza Archilei lire - .13.4.
Signor Andrea Paolsanti lire 1.8.4.
Signor Antonin Maria Mariotti -.13.4.
Signor prete Gregorio Strisciamonti lire -.13.4.
Signore Francesco Franceschi lire -.13.4.
Illustrissimo signor balì Gianfigliazzi lire 5.13.4 [Giovanni Battista].
Signor Orazio Bardi lire 2.16.8.
Signor Giovanni Domenico Rosati lire 1.
Signor Michele Tofanini lire -.13.4.
Un signor forastiere lire 1.
Signor Pier Francesco Tedaldi lire 4.
Signor Senatore Ascanio San Miniati lire 2.
Lire 42.6.8.
Margherita di Piero Rossi lire 1.
Signor Francesco Zeffi lire 1.8.4.
Signor speziale del Pinadoro Vecchio lire 1.8.4.
L’illustrissimo signor Carlo Bentivogli conte lire 7.
Signor Bastiano maestro di casa de’ signori Guadagni lire -.14.4.
Signora Maria Tolomei lire 1.8.4.
Molte persone particolari forestiere lire 14.
Il signor cavaliere Grifoni lire 5.13.4.
Signor medico Cheluzzi lire -.13.4.
L’illustrissimo signor senatore Torrigiani lire 1.6.8.
Signor Lorenzo Cantinelli lire -.6.8.
Signor Luca Marchi lire 1.
Piera del Riccio lire -.13.4.”.

Seguono un buon numero di uscite con solo cifre e date, poco interessanti per il lettore, salvo l’ultima:
“Aprile 9 1672 a c. 25 partita una a maestro Matteo Fattorini orefice lire quindici che lire tre soldi 12 e denari 8 bisognò pagarle dal banco per mancare al debito, non potendo supplire i denari delle limosine avanzate per la festa della SS. Nonziata dico esser solo lire 13 s. 7. d. 4.
[...] Segue l’entrata sopradetta.
Il signor cavaliere del Borgo lire 1.13.4.
[...] Nota. Il signor Ippolito Fusai diede un giulio, ma chiese una messa, quale si messe nella cassetta, e non qui all’entrata per non potersi spendere per detta festa”.

Nel quaderno si trova un successivo inventario degli oggetti prezioni di sagrestia (già trascritto qualche tempo fa) e le offerte delle Compagnie laicali del contado in pellegrinaggio alla SS. Annunziata dopo Pasqua e per tutta la primavera (idem).

Quindi altre note sui doni di valore:
“Entrata. A dì 24 ottobre 1672.
Fu donato un vezzo di cinquanta tre granati neri dalla signora Margherita Medici Alardi da Livorno.
Entrata. Fu rifatta la tavoletta d’argento per il Vangelo di San Giovanni da persone divote in scambio di quella che fu tolta via su l’altare della SS. Nonziata il 5 agosto 1672 e si spese lire 73.10 da Matteo Fattorini [l’orefice].
Uscita. 7 ottobre 1672. Si consegnorno due lampade d’argento con l’arme de’ signor’ Guerrini alla cappa [cappella?] di San Filippo con ordine del padre illustrissimo Giovanni Vincenzio Lucchesini generale e si levorno dalla sagrestia nuova.
Entrata. 10 dicembre 1672.
Fu donato il denaro di dieci doppie, furno lire 200, da un benefattore forestiero e si fece lo sportello d’argento per serrare il Santissimo in tempo delle 40 hore e lo fece Matteo Fattorini orefice.
A dì 18 dicembre 1672.
Entrata. Fu donato da un forestiero uno scatolino colorito impagliato dentrovi un cuore piccolo frecciato.
7 gennaio 1673 a Nativitate.
Entrata. La signora Maria Francesca Rucellai ne’ Marusceli donò una lampada piccola d’argento di libbre 1 once 2 denari 18 [Maria Francesca Rucellai moglie di Giuseppe Marucelli nel 1672].
A dì 17 gennaio 1673 a Nativitate.
Entrata. Per limosine fatte da diversi benefattori, si fece una tavoletta d’argento per i giorni quotidiani; per il lavabo si spese in tutto a maestro Matteo Fattorini lire 77.
A dì 11 maggio 1673.
Fu donato un mantellino di mola bianca broccata d’oro dall’illustrissimo signor marchese Orazio Capponi”.

Paola Ircani Menichini, 28 dicembre 2023.
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